Buone notizie! Le competenze professionali sono sempre più un asset per le aziende, e necessitano di un approccio strategico decisamente più incisivo. In un mondo in cui si parla tanto di intelligenza artificiale, le competenze professionali fanno la vera differenza nella sfida della competitività.
La tecnologia è senza dubbio una alleata, ma occorre rimettere le competenze professionali al centro dell’agenda strategica HR.
Ecco perché:
Ad un anno di distanza dalla nostra prima ricerca sulla skills based organization, che aveva evidenziato sia la rilevanza strategica del tema sia le difficoltà a presidiarlo efficacemente da parte delle organizzazioni, siamo tornati ad occuparci dell’argomento per capire che cosa è cambiato:
- Le aziende hanno davvero integrato le competenze tecnico-professionali nei processi di valorizzazione del capitale umano?
- Quali ostacoli limitano la diffusione del modello skills based nel nostro tessuto produttivo?
- Quali le possibili soluzioni e approcci organizzativi al problema?
Per rispondere a queste domande, abbiamo coinvolto un centinaio di manager di aziende in Italia, per raccogliere un punto di vista ampio sul tema della gestione delle competenze.
Ecco i principali insight emersi.
Lo stato attuale della skills based organization
- La gestione delle competenze tecnico-professionali è rilevante soprattutto per le aziende knowledge intensive, in cui know-how e competenze specialistiche costituiscono la principale leva di creazione di valore: in questi contesti si avverte con maggiore urgenza la necessità di adottare un approccio orientato alle competenze.
- Le organizzazioni ritengono prioritario applicare l’approccio skills-based all’interno delle funzioni di ambito tecnico (Progettazione, Design, Engineering, IT, R&D) e produttivo. Tale orientamento risponde soprattutto alla necessità di gestire in maniera più consapevole e governata la complessità e i fenomeni di obsolescenza delle competenze professionali.
- In relazione alla gestione delle competenze critiche emerge un quadro in evoluzione: la consapevolezza dell’importanza di identificarle si sta consolidando, con il 50% delle organizzazioni consultate che segnala la loro definizione a livello di C-levels o tramite l’attività dei direttori di funzione. Tuttavia, solo una parte (19%) riesce a tradurre questa consapevolezza in pratiche strutturate di gestione e pianificazione strategica.
- Rispetto alla definizione e mappatura delle competenze tecnico-professionali, più del 70% definisce e associa le competenze ai profili di ruolo. Tuttavia, la mappatura delle competenze resta una difficoltà per 2 aziende su 3!
Tra le iniziative già intraprese in direzione di una transizione skills based figurano soprattutto tentativi di aggiornamento delle job descriptions e dei job titles, volti alla costruzione di un modello delle competenze, oltre ad attività di mappatura delle competenze relative a una o più aree organizzative. Tuttavia, il grado di soddisfazione rispetto ai risultati ottenuti è piuttosto basso.
Le tre sfide chiave sull’argomento: percepito come poco strategico dal top management, alta complessità a scarsità di dati. Tecnologia e AI possono fare molto per queste sfide.

Parlando di tecnologia, nonostante le opportunità offerte dai moduli dedicati presenti in molti sistemi HCM aziendali, la maggior parte delle organizzazioni (73%) si affida ancora a Excel per la gestione delle competenze.
Soluzioni più evolute che potrebbero alleggerire i carichi di lavoro legati alla gestione delle competenze, come HCM con funzionalità AI embedded o piattaforme di skills management, rappresentano ancora un potenziale largamente inesplorato.
Uno spazio di confronto su un tema strategico: un workshop HRI
Per discutere questi risultati e condividere le nostre riflessioni sul tema della skills based organization, abbiamo riunito in un tavolo virtuale professionisti HR e consulenti della nostra community, creando un’occasione preziosa di confronto su un tema strategico.
Abbiamo approfondito due casi reali di applicazione di approcci skills based sia in ambito di upskilling e reskilling all’interno di functional academies, sia come leva per accrescere la polivalenza a livello produttivo.
Rispetto alle principali sfide, alcuni importanti take away: lavorare con business case per stimare costi e impatti, e agire nell’ambito delle famiglie professionali più “knowledge sensitive” definendo profili attesi non solo per oggi ma anche per domani (visione strategica dello skill planning).
SkillPilot Studio: un copilota per la gestione delle competenze
SkillPilot nasce per rispondere alle principali sfide della skill based organization.
Si tratta di una piattaforma per la gestione della knowledge base aziendale detenuta dalle persone, che consente di analizzare dati e sviluppare scenari WHAT IF a supporto delle decisioni strategiche di presidio, sviluppo, ottimizzazione delle competenze professionali critiche per il business.
Per abilitare la visione strategica, SkillPilot costruisce e gestisce la base dati delle competenze necessarie e detenute, i gap, le preferenze di sviluppo, indirizza le priorità formative, in sintesi integra il processo di gestione delle competenze professionali nell’ambito dei processi di sviluppo organizzativo.
Il nostro contributo alla transizione skills based
L’approccio skills based è una scelta strategica per restare competitivi In un mercato dove le competenze sono sempre più volatili: nuove competenze determinano fattori chiave di competitività, e rapidamente altre competenze diventano obsolete. Le trasformazioni del mercato del lavoro rendono infatti imprescindibile per le organizzazioni dotarsi di strumenti che consentano di monitorare e valorizzare costantemente il proprio set di competenze interne.
Attraverso SkillPilot vogliamo accompagnare le organizzazioni verso un approccio skills-based, per rendere questa trasformazione sostenibile e capace di generare valore sia per il business, sia per le persone.
Vuoi saperne di più o hai qualche domanda da farci?

